Sequel o non sequel, questo è il dilemma?

Bisogna proprio scomodare Amleto per una questione del genere perché la materia dei sequel-prequel-spin off -trilogie-saghe scotta come un'auto rubata.
Breve vademecum delle tipologie sopra citate.
Sequel, questa è facile: seguito di una storia narrata in un primo romanzo che risponde alla domanda "Cosa succede dopo?";
Prequel: vedi sopra, con la differenza che stavolta l'autore risponde a "Cosa è successo prima?";
Spin-off: sviluppo della storia di uno dei personaggi secondari di un romanzo, in un opera autonoma. Lo spin-off si presta anche a essere combinato alla tipologia prequel o sequel, ovvero la sua storia si sviluppa nel futuro rispetto al romanzo 1, o nel passato.
Re-boot: storia narrata nel romanzo 1, viene riscritta e raccontata dal punto di vista di un altro dei personaggi (tipo versione lui/lei).
Trilogia: storia sviluppata sulla base di tre romanzi che si completano chiudendo un cerchio sui personaggi. Ogni romanzo è caratterizzato da 2 elementi: evento intorno al quale ruota lo sviluppo della storia di quel libro e finale cliff-hanger. Ogni libro deve caratterizzarsi per un elemento indipendente dagli altri (altrimenti basterebbe un romanzo solo da 1500 pagine) e il finale aperto è fondamentale per portare il lettore a bramare il seguito. Chiaramente il cliff-hanging non lo troveremo nel volume finale, altrimenti passiamo alla saga.
Saga: quando la storia si sviluppa attraverso più romanzi in un numero superiore a 3. Mi rifiuto di adottare i termini quadrilogia, pentalogia, esalogia, ettalogia, ottologia, mamma mia e pussa via!
Più di 3 libri è saga. Per tenere in piedi un opera magna come una saga il solito il romanzo è composto dall'intreccio di storie di mooooolti personaggi e appassionarsi ad una saga richiede non poca abilità mnemonica.
Una esempio universale? Trono di spade.
Ora, per quanto riguarda le prime tre categorie, sta all'autore decidere se fermarsi al romanzo unico, se raccontare cosa succede dopo, fare chiarezza su ciò che succede prima o lavorare su un personaggio secondario il tutto su una base estemporanea.
Per quanto riguarda trilogia e saga, nella mia modesta esperienza, sono del parere che serva un progetto forte con una struttura pensata. Per intenderci: non mi alzo una mattina e dico "Ma sì, scrivo anche il terzo libro su questo tema". Deve esserci qualcosa di pesante dietro, un evento che lo richieda.
I sequel, prequel e spin-off invece posso essere gestiti con più libertà, sempre però che ci sia qualcosa da dire!
Esempio di trilogia di cui si poteva fare a meno?! Il diario di Bridget Jones, Che pasticcio Bridget Jones e Un amore di ragazzo.


Helen Fieldng il terzo ce lo poteva risparmiare, visto il bel lavoro fatto con i primi due.
Confesso che io non sono un'amante di sequel, saghe etc. questo perché da lettrice sono rimasta delusa più di una volta: tanto ho amato il romanzo principale, tanto ho odiato i seguiti.
Sono giunta ad una conclusione: il lettore ha diritto a fantasticare sul finale. E' vero che una volta finito un libro che ho amato ne vorrei di più, ma nella mia testa lavoro alla storia con la mia fantasia e se vogliamo, il seguito me lo sogno un po' e mi piace. Poi arriva il sequel che non ha NULLA a che fare con la mia fantasia e arriva la dilusione di diludendo con tanto di Joe Bastianich che tira i piatti contro il muro.

Tutte noi vorremmo sapere cosa è successo a Pemberly dopo che Lizzie è diventata la signora Darcy, con carrozze più belle di Jane e una rendita di 10'000 sterline l'anno, ma la Austen ha saggiamente lasciato a noi il finale. (Lasciandoci anche la gioia di sognarci "Come sarebbe essere la moglie di Darcy?")

Scriverò mai dei sequel, prequel, spin-off, trilogie o saghe? Mai dire mai, perché chi dice "MAI", prima o poi il naso ce lo puccia.
I progetti a cui ho lavorato e sto lavorando sono autoconclusivi, ma non mi sembra di avere elementi abbastanza forti per buttarmi in un sequel o un prequel.
Spin-off? Sono già più interessanti perché si affronta una storia nuova (parlerò degli spin-off in un post a parte. E mi riferisco a Cécile e Harring, care signore), ma è essenziale che i personaggi abbiamo qualcosa dei contenuti e buchino la pagina. Nessuno vuole leggere uno spin-off su un personaggio anonimo e noioso.
Trilogie: se mai mi verrà in mente qualcosa di così strutturato da necessitare uno sviluppo in tre romanzi, perchè no (ma, almeno ora, non lo sento nelle mie corde).
Saghe: non mi reputo abbastanza brava. Sono una distrattona io, m'incasinerei con i dettagli.
Lettrici, cosa dite: siete pro sequel o no?
Autrice: vi stimola scrivere sequel/prequel/spin-off delle vostre opere?
Vi lascio con un gioco: scrivetemi una trilogia (oppure romanzo principale e relativo sequel) che vi è piaciuta e una che vi ha lasciato deluse.
Attente! Joe Bastianich ci osserva.


Commenti

  1. Io dico no alle trilogie/saghe, a meno che non ci siano delle grandi storie dietro e personaggi che meritano approfondimento. Mi piacciono, invece, gli spin-off perché nelle storie ci sono sempre dei personaggi secondari che mi piacerebbe vedere come protagonisti.

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    1. Da lettrice con i sequel ho avuto più delusioni che non soddisfazioni. Qualche trilogia buona invece l'ho letta; conosci Jennifer Donnelly, scrittrice di "I giorni del tè e delle rose", "Come una rosa d'inverno" e "La rosa selvatica"? Ecco, lì c'è stato uno studio profondo tanto della storia quanto del contesto e anche se sono mattoni da 1000 pag l'uno, non riesci a fermarti.

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  2. La saga è una storia che parte già strutturata con un impianto forte e una netta progressione temporale. Per esempio sto leggendo la tetralogia (😹 Sorry) della Ferrante. E lì l'impianto è mastodontico: sono decenni di storia italiana a fare da sfondo alla vicenda delle due protagoniste (btw, è una storia bellissima).
    Per ciò che riguarda spin off, prequel e sequel, quando scrivo, non ne posso fare a meno. Ho molti appunti laterali, tantissime backstory. E finisco per dare loro la struttura di novelle o racconti. Perché è materiale che serve a me per prima, ed è un modo per uscire dal mare delle possibilità e capire come sono andati i fatti. Esattamente :* (primo e secondo della Fielding li metto sugli scudi <3 )

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  3. Gli spin off sono interessanti (uno su Cecile ed Harring....sì che bello!!!!) proprio perché sono storie diverse. Io preferisco gli auto conclusivi ma sembra che la moda sia scrivere trilogie/saghe. Se è una storia ben strutturata e viene semplicemente suddivisa va anche bene ma quando non serve, cioè quando vengono scritte in seguito al grande successo del primo libro (quindi inizialmente non c'era l'idea della serie) non è detto che funzioni e credo che sia il caso della Fielding. Un romanzo ed un sequel che ho apprezzato...Io prima di te e Dopo di te della Moyes...mi sono piaciuti entrambi (il primo comunque è insuperabile) anche se rimango dell'idea che il sequel non serviva (ed infatti non era previsto ma i fan lo hanno richiesto)

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    1. Fielding: il terzo è arrivato molto tardi rispetto agli altri due.
      Moyes: sta scrivendo il terzo se non ho capito male, quindi "Io prima di te" diventerà una trilogia;
      Harring e Cècile: chi lo sa....

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  4. Una cosina: non si dovrebbe dire "quadrilogia", ma tetralogia, perché tutti gli altri termini sono composti completamente da radici greche anziché una latina e una greca.

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